Io vent’anni, lei sette, c’incontrammo, un giorno del passato che non c’è mai stato, in un giardinetto inventato dalla fantasia di un folletto.
Estate.
-Bimba! La smetti di schizzare. –
- No! – Rispose la ragazzina, tutta ossa, occhi vivaci e capelli neri.
- Fai la dispettosa? Se ti prendo e ti rifilo due sculaccioni?-
- E invece non mi prendi. –
- Sei anche impertinente. – E faccio per muovermi.
Il mostriciattolo, però, lascia partire, dal suo congegno ad acqua, un ennesimo spruzzo che mi raggiunge al volto.
Corro per prenderla.
Lei si rifugia dietro un cancello : la sua casa.
Fa una linguaccia e saltella via.
Io continuo a passeggiare .
Un’ora dopo la vedo, ignara della mia presenza, camminare tranquilla con la sua arma.
D’improvviso le sono al fianco, le prendo un braccio.
-E ora? –
Lei mi guarda con occhioni sbalorditi, sembra un angioletto.
Poi mi molla un calcione che mi costringe a lasciarla.
Corre via veloce, ma io lo sono molto di più.
Sto per raggiungerla; percepisco la sua paura; decido di lasciarla andare.
Da dietro il cancello, ora sembra quasi sorridere.
Poi, di nuovo, la linguaccia.
Rido:- Ciao bimba. –
- Mi chiamo Annamaria – Risponde a sorpresa. – Ciao. -
Trent’anni sono passati o forse solo un giorno, oppure il tempo di sfogliare le pagine di un libro.
Magia e amore.
Annamaria ed io sdraiati sul prato del giardinetto, all’ombra dell’olmo vicino al fiume, la mano sul suo corpo di donna.
Lei mormora:- Questo è un giorno del futuro che non sarà mai. –
-Già – rispondo, baciandola lieve.- Domani tutto diverrà un ricordo vuoto. -
- Domani...-ripete lei mentre voluttuosamente si lascia carezzare. – sai, avevo capito che mi avresti lasciato andare, per questo ti dissi il mio nome. Com’eri buffo con le arie da grande che ti davi. –
E tu- sussurro – Eri una mocciosa e avevi due stecche per gambe. Ora sei la rosa del giardino. –
Poi melanconicamente – Vivere un giorno che non sarà mai, che follia! –
Per tutta risposta pone la testa sul mio petto, mi prende la mano e la porta al cuore.
La vita pulsa prepotente nel seno turgido..
Un refolo di vento corre su per il torrente muovendo le foglie dell’ olmo e scoprendo, dietro di queste, il folletto che sorride mentre scrive la parola – fine - alla storia che non c’è mai stata tra Antonio e Annamaria.
A.P.
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4 commenti:
Keep up the good work.
Questa è la mia preferita...perchè descrive a perfezione il dolce compromesso che è l'amore!Bravo!
Il commento precedente era il mio...sorry!
Ragazzi....l'arte di quest uomo e' paragonabile al flusso di un getto d'acqua che impetuoso scorre tra le mani... come la vita!!!!
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