Il gabbiano

Soffia il vento impetuoso.
Vola il gabbiano, alto sul mare,
dispiegando le lunghe ali.
Dalla spiaggia guardo
lo spettacolo dei suoi ghirigori
quasi ci fosse, invisibile,
una pista nell’aria.
E mi prende la nostalgia del tempo
perché so di aver già visto quel volo.
Quando i miei occhi guardavano lontano,
il mio sorriso era un sorriso,
i miei capelli neri
e tutti,
dei o maghi, mi predivano
brillante futuro,ricchezze, amori.
Oh, dove sei Dio di tutti gli uomini
in Afghanistan, forse in Palestina,
oppure in Africa dove muoiono di fame
migliaia di bambini!
Io sono qui, solo,
con i miei capelli bianchi
ed i miei sogni infranti.
Aspettando.


A.P.
Estate


I tuoi occhi si abbinano
al mio malinconico tramonto.
Vorrei vederti ,
su una spiaggia antica,
nuda, nel sole d’agosto.
I neri capelli sparsi,
gli occhi socchiusi,
il corpo d’oro mischiato
con la sabbia.
Un ginocchio dolcemente reclinato,
la mano, sul pube,
copre per non coprire.
Io vicino a te.
La bocca arsa dal desiderio,
negli occhi la favola che sei.
Una carezza.
Un brivido corre sulla pelle.
Granelli di sabbia cadono,
lisciando i fianchi.
Sensualità e lascivia
nell’ora del ricordo.


A.P.
Se fossi Gesù

Se fossi Gesù
vorrei morire a Bagdad;
su una croce americana
per compiacere gli uni,
su una croce sannita
per compiacere gli altri.
Se fossi Gesù
vorrei morire
in una mensa, tra i soldati,
straziato da un mortaio iracheno
o per strada colpito,
inconsapevole, da una raffica U.S.A..
Se fossi Giuseppe
prenderei mio figlio, Gesù,
e andrei a vivere nel deserto
tra le tentazioni del diavolo,
ma lontano dagli uomini.


A.P.